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“Le Isole di Brissago, paradiso botanico del Lago Maggiore” di Elvira Imbellone

Ho visitato le isole di Brissago nell’ottobre 2022. Riporto le mie impressioni su ciò che ho visto e che mi ha più colpito.

Le Isole di Brissago sono due isole del Lago Maggiore nel territorio svizzero. Siamo a Nord, a 46°01’ di latitudine N, tra le montagne, dove fa freddo, piove molto e tirano venti forti, ma la grande massa d’acqua del Lago Maggiore e le alte montagne delle Alpi fanno la differenza.

Infatti, immerse nelle acque del Verbano, che accumulano calore durante l’estate e lo restituiscono in inverno, protette dalla catena alpina e ricche di sole, le isole godono di un clima particolarmente mite, con pochi giorni di gelo all’anno.

Il lago Maggiore o Verbano, di origine fluviale e glaciale, ha una forma molto articolata, sinuosa e allungata tra Lombardia, Piemonte e Svizzera. Lungo 65 km e con larghezza massima di 12 km ha una superficie di 212 kmq, di cui 45 in territorio svizzero. Ha tre bracci diseguali: 1 a NE che riceve le acque del Ticino, 1 a W che riceve le acque del Toce e 1 a S dove il Ticino è l’unico emissario. La conformazione irregolare della costa crea molti microclimi.

A pochissimi km dal confine italiano, in una situazione climatica felicissima, condivisa solo dalle Isole Borromee più a S, sono le isole di Brissago.

Visitabile è l’Isola Grande, di 2,5 ha, che attualmente ospita il Parco Botanico del Canton Ticino, ricco di piante esotiche di provenienza subtropicale, coltivate in piena terra, senza ricovero invernale. L’altra isola di S. Apollinare o dei conigli è stata lasciata allo stato naturale.

Le collezioni botaniche, oltre duemila specie provenienti da tutti i continenti, disposte nel Parco comprendono piante australiane, sudafricane, sudamericane, asiatiche, della California e del Bacino del Mediterraneo, dei cinque climi mediterranei. Nuclei principali le piante mediterranee e la collezione di Proteaceae.

Alberi enormi e palme maestose si alternano armoniosamente a cespugli rigogliosi e specie erbacee.

Le Isole di Brissago fanno parte delle reti Grandi Giardini Italiani e Gardens of Switzerland (i più bei giardini della Svizzera). Sono inoltre gemellate con l’Isola di Mainau nel Lago di Costanza, nota come l’isola dei fiori.

Tra le ATTIVITÀ SCIENTIFICHE di ricerca e salvaguardia svolte dal Parco sono:

  • registrazione di dati metereologici
  • programmi di salvaguardia e di reintroduzione in natura di specie in via d’estinzione
  • coltivazione di specie estinte in natura come la Franklinia alatamaha
  • didattica specialistica in collaborazione con istituti universitari
  • ma anche visite guidate per le scolaresche

Vi sono una biblioteca scientifica, sale per convegni e seminari e un piccolo laboratorio.

Oltre alla natura si respira qui la storia, con riferimento alle vite dei due ultimi proprietari delle isole.

La prima e la più importante è la baronessa Antoinette di S. Leger. L’origine del giardino botanico risale al 1885, quando la baronessa russa Antoinette Fleming St. Leger (forse figlia naturale dello zar Alessandro II e di una signora tedesca) comprò le isole e se ne innamorò. I primi anni dopo l’acquisto furono dedicati alla creazione, alla sistemazione e all’arricchimento del parco, migliorando il terreno, colmando le buche, portando nuova terra in barca, costruendo vialetti, per passare, subito dopo, agli acquisti di specie botaniche rare da vivai italiani ed europei. Da profana di giardinaggio, ma entusiasta, la baronessa incominciò a documentarsi, a leggere libri e riviste inglesi in materia, arrivando a chiedere una consulenza addirittura a William Robinson, il famoso teorico del giardino naturale. Nel 1913, dopo circa trent’anni di lavoro impegnativo, volle documentare la sua esperienza in un articolo pubblicato sul Giornale della Royal Horticultural Society, in cui illustrava come era riuscita a far diventare un territorio incolto, con ottimo clima e terreno poco favorevole, uno straordinario giardino.

Poliglotta, colta e appassionata d’arte, disponendo di risorse economiche fu mecenate di artisti, letterati e musicisti, che visitarono l’Isola e vi soggiornarono. Giovanni Segantini, James Joyce, Reiner Maria Rilke, Ruggero Leoncavallo, il pittore Daniele Ranzoni, esponente della Scapigliatura milanese, autore del ritratto della baronessa che ella volle tenere sempre con sè. Fu allieva di Liszt.

Viaggi d’affari e mondanità animarono la vita della baronessa fino al tracollo economico, alla fine degli anni ’20, quando dovette vendere le isole all’industriale chimico ebreo di Amburgo, Max Emden, ricchissimo collezionista d’arte.

Rimane suo il merito del paradiso esotico che ancora oggi vediamo. Aveva piantato molti alberi insoliti, di cui rimangono uno straordinario esemplare di Jubaea chilensis, la palma da vino cilena, e un gruppo di Eucalyptus viminalis, con un esemplare di oltre 30 m.

La baronessa delle isole di Daniela Calastri-Winzenried è una sua biografia romanzata uscita nel 2008.

Max Emden fece abbattere la villa della baronessa e i resti di una chiesa. Costruì un palazzo ampio e lussuoso di 30 locali, un giardino d’inverno (“l’orangerie“), il bagno romano e la darsena, tuttora esistenti. Preservò però il parco che popolò di sculture.

Alla sua morte, avvenuta nel 1940, il figlio Hans Erich, emigrato in Cile, ereditò la proprietà, ma nel 1949 la vendette allo Stato del Canton Ticino, il quale rese accessibile al pubblico le isole ed il parco botanico nel 1950 (la Domenica delle Palme).

Nel 2019 è stato presentato un film su di lui La vita è arte – Il caso di Max Emden, parafrasando una sua espressione «Anche vivere è un’arte».

Ciò che colpisce entrando nel Parco è il bel disegno delle diverse zone che non danno l’impressione di una schematica collezione di piante. Queste, anche a causa dell’abbandono e delle scelte felici successive, hanno avuto uno sviluppo indisturbato formando gruppi, sfondi e prospettive incantevoli.

Piante mediterranee

Particolarmente naturale l’ambientazione: le piante mediterranee sono disposte tra crepacci scoscesi, fino in riva al lago, dove spesso sono inondate. Sembrano essere tutte sane. Ne descrivo alcune:

Ampelodesmos mauritanicus Tagliamani. Forma densi e ampi cespugli sempreverdi nelle garighe e su terreni scoscesi vicino al mare. Veniva usata per legare le viti, da cui il nome. 

Ceratonia siliqua – carrubo. Albero dioico a lenta crescita, sempreverde. Foglie composte paripennate coriacee lievemente ondulate. Le carrube sono utilizzate per il bestiame, ma anche per l’industria dolciaria.

Pinus halepensis con Smilax aspera. Il pino ha coni peduncolati, corteccia bruno rossiccia screpolata, aghi a 2 morbidi, di 5-10 cm. Bacino Mediterraneo. La salsapariglia, detta anche stracciabraghe, è un frutice rampicante sempreverde con spine sui fusti e sulla pagina inferiore delle foglie. Produce bacche rosse a Natale.

Pinus brutia. Coni sessili, aghi duri a 2, verde scuro 10-18 cm. Calabria, Puglia, Basilicata e Campania. Mediterraneo orientale.

Arbutus unedo – corbezzolo. Frutice o piccolo albero caratteristico della vegetazione mediterranea sempreverde, tipico delle aree soggette ad incendi. I fiori sono bianche cuffiette disposte in pannocchie pendule, i frutti bacche simili a fragole con la superficie verrucosa.

Arbutus x andrachnoides. Ibrido naturale tra Arbutus unedo e Arbutus andrachne, il corbezzolo greco, più robusto e a crescita più rapida di quest’ultimo. Ha corteccia rossa scrostata.

Erica multiflora. Annoso esemplare di arbusto sempreverde. Produce dense infiorescenze terminali rosa-rosso brillante da agosto a dicembre.

Lo spinosissimo Ulex europaeus, ginestra del Mediterraneo occidentale, la prima a fiorire.

Paliurus spina-christi con i tipici frutti con margine membranoso ondulato.

Phlomis russeliana. Pianta vigorosa con foglie cuoriformi pelose che formano un tappeto denso, persistente anche d’inverno.

Helleborus lividus – elleboro di Corsica. Pianta robusta, foglie persistenti d’inverno con margine intero o con denti distanziati. Fioritura invernale. Terreno acido e ben drenato.

Quercus suber – sughera. Quercia sempreverde con la corteccia spessa, suberosa.

Argyrocitisus battandieri. Arbusto deciduo originario dei monti dell’Atlante del Marocco. Foglie trifogliate argentee. I fiori gialli profumano di ananas. Da piantare isolato o contro un muro ben esposto.

Phlomis monocephala – salvia di Gerusalemme, della Turchia.

Dorycnium graecum – loto greco, del Mediterraneo orientale.

Cneorum tricoccum del Mediterraneo Occidentale. Pianta minacciata. Cespuglio sempreverde, foglie sessili coriacee, fioritura gialla estiva e caratteristici frutti con tre cocche sferiche, prima rosse e poi nere. Mediterraneo occidentale.

Senecio cineraria e Anthyllis barba jovis. Arbusti dal fogliame argenteo. Crescono sulle rocce litoranee. Sono coltivate come piante ornamentali nei giardini costieri.

Periploca graeca. Rampicante che si attorciglia su sé stessa, detta boia degli alberi in Puglia. Della Famiglia delle Apocynaceae. Specie relitta del Terziario. Ne parla Dioscoride. Produce un latice tossico.

Linaria capraria. Pianta rupicola endemica dell’Arcipelago toscano. Ha foglie lineari grassette verde glauco. Fiorisce da maggio a ottobre lungo le coste e sui vecchi muri.

Aristolochia baetica. Rampicante sempreverde velenosa del Nord Africa e penisola iberica. Foglie cordate e fiore viola tubolare a S. Uso medicinale delle radici.

Lavandula dentata var. candicans. Detta lavanda francese. Forma cuscini compatti. Le foglie più argentee della specie hanno margini dentellati. Spighette violette profumate, dalla primavera all’autunno.

Salvia rosmarinus il nostro rosmarino.

Thymus camphoratus. Endemico del sud del Portogallo, cresce vicino al mare formando cuscini compatti di fiori rosa.

Origanum onites. Origano cretico. Ha capacità antimicrobiche. Foglie di colore scuro, ruvide, ovali lanceolate, margine liscio. Meno saporito dell’O. officinale. Cresce anche in Sicilia.

Echium lusitanicum Fam. Boraginaceae. Alta fino a 90 cm. Le foglie basali, ellittiche e acute, formano una rosetta. Spagna e Portogallo.

Usciamo dal Mediterraneo per due Echium delle Isole Canarie:

Echium onosmifolium di Gran Canaria. È una delle 35 specie e sottospecie di Echium delle Canarie.

Echium wildpretii Endemica di Tenerife.

Piante del Sud Africa

Il Regno Floristico del Capo occupa una piccola fascia costiera sud-occidentale del continente Africano. È il più piccolo per estensione, ma il più ricco di specie (oltre 8.000). Costituito da una vegetazione arbustiva sempreverde chiamata fynbos, di aspetto simile alla macchia mediterranea, si riproduce attraverso il fuoco. Le principali famiglie sono Proteaceae, Ericaceae e Restionaceae.

PROTEACEAE

La prima pianta è una Proteacea non sudafricana, la Banksia serrata (Old Man Banksia) dell’Australia. È la specie tipo, una delle quattro raccolte da Banks a Botany Bay nel 1770 e descritta per prima da Linneo. Può raggiungere 17 m di altezza con tronco robusto e contorto. Foglie seghettate verde scuro brillante sopra. Fiore grigio argento. I frutti sono coni pelosi.

Sudafricane sono:

Protea cynaroides King Protea. Ha il fiore più grande (fino a 30 cm di diametro).

Protea repens syn. Protea mellifera. Cespuglio o piccolo albero. Foglie strette ellittiche blu-verdi, verdi o gialline. Brattee dal bianco crema al rosa, al rosso, al prugna. Fiorisce tutto l’anno. I fiori non si aprono del tutto e spesso hanno un rivestimento gommoso e appiccicoso. Dal nettare si faceva uno sciroppo contro la tosse e per i diabetici. È nello stemma del Sud Africa.

Protea grandiceps. Forma bei cespugli arrotondati. Ha ampie foglie verdi-grigie con margine rosso. I fiori cilindrici hanno brattee rosa pesca e una peluria bianca sulla sommità.

Protea punctata. Un grosso cespuglio con corteccia grigia liscia. Le brattee del fiore si aprono piatte, esponendo la massa floreale centrale bianco-rosa come una tazzina con il piattino o un puntaspilli.

ERICACEAE

Il genere Erica è rappresentato in Sud Africa da 600 specie endemiche.

Erica grata. Della zona del Capo. Nella Lista Rossa.

Erica baueri. Molto popolare e diffusa.

RESTIONACEAE

Piante cespitose o rizomatose, erbacee, di altezza da pochi cm a 3 metri, simili come aspetto generale al bambù. Sono monocotiledoni. Hanno steli verdi con funzione fotosintetica e foglie ridotte a guaine. I fiori sono molto piccoli, raccolti in piccole spighe, che vanno a costituire le infiorescenze. I fiori maschili e femminili sono su piante separate; l’impollinazione è anemofila.

Le piante della famiglia delle Restionaceae, comunemente chiamate restios, sono presenti principalmente nell’emisfero australe e si trovano in Sud America, Africa, Australia e Nuova Zelanda. In Africa si contano circa 330 specie, la maggior parte delle quali si trovano nei fynbos della Regione Floristica del Capo.

Thamnochortus insignis. Steli sottili che terminano con piccole infiorescenze marrone dorato.

Cannomois virgata. Infiorescenze maschili con numerose spighette marroni, mentre quelle femminili sono spighette solitarie a forma di fuso.

Elegia capensis. Alta m 2,5, verde scuro, elegante. Ad ogni nodo ciuffi di lunghi rami aghiformi che la rendono simile all’equiseto.

ALTRE FAMIGLIE

Scabiosa africana Dipsacaceae. Attira farfalle e uccelli insettivori.

Dierama pendulum Iridacea. Fiori rosa su steli alti e ricurvi.

Podranea ricasoliana. Rampicante vigoroso con vistosi mazzi di fiori rosa.

Kniphofia sp. Asphodelaceae. Vive vicino ai corsi d’acqua.

Dimorphoteca sinuata. Margherita arancione del Namaqualand. Si apre con il sole.

Aponogeton distachyos. Pianta edule. Fiori bianchi profumati galleggianti.

Piante Insolite

Colquhounia coccinea, menta dell’Himalaya. Lamiaceae. Pianta asiatica con foglie aromatiche tomentose nella pagina inferiore e spighe di fiori rossi con l’interno giallo. Fiorisce a fine estate.

Gordonia axillaris Theaceae. Cespuglio sempreverde dai fiori bianchi con stami centrali gialli. Fiorisce in autunno. Fogliame lucido. Va protetta d’inverno.

Il Fiore Nazionale del Cile, il Copihue Lapageria rosea, arbusto rampicante, endemico del Cile. Ha foglie coriacee verde scuro e fiori penduli, campanulati, cerosi, rosa-cremisi lunghi 8 cm, generalmente solitari o a gruppi di 2-3. Non tollera il calcare. Il nome lapageria fu dato in onore di Marie Josèphe Rose de Tascher de la Pagerie, più comunemente nota come Giuseppina di Beauharnais (1763 – 1814), prima moglie di Napoleone Bonaparte, appassionata di botanica.

Maesa argentea Fam. Primulaceae. Diffusa dall’Himalaya alla Cina (Yunnan) e Myanmar. Arbusto o piccolo albero di ambiente subtropicale. Cresce vicino all’acqua. Fiori tubolari bianchi. Produce bacche beige.

Camelie

Un gruppo di camelie di più specie sono piantate all’ingresso, come a costituire una parete vegetale.

Siepi di Camellia sinensis (la camelia del the) sono ora in fiore, in una zona ombrosa del giardino.

Camellia oleifera. Vecchio esemplare con una ricca fioritura. Dai semi si estrae l’olio usato nella alimentazione, nella cosmetica e negli strumenti di precisione.

Bagno Romano

Luogo della vita mondana di Emden, famoso per le sue eccentriche convinzioni naturiste e le curiose feste. Qui la baronessa aveva il suo orto. Adesso la vasca è vuota. L’ambiente è particolarmente assolato e intorno crescono molte piante utili:

Zanthoxylum simulans. Il pepe del Sichuan, dal tronco coperto di spine. I fiori a mazzetti danno gruppi di frutticini rossi.  La parte utilizzata è la buccia essiccata. Rutaceae.

Chrysanthemum nankingense. Crisantemo selvatico, edule, le cui foglie insaporiscono zuppe e frittate della cucina cinese. Usato nella medicina popolare.

Argania spinosa, delle Sapotaceae. Albero longevo, endemico del Marocco, che dà l’olio di argan, usato nell’alimentazione e nella cosmesi.

Agave americana.

Yucca harrimaniae, specie acaule, resistente al freddo e alla siccità.

Casimiroa edulis. Una Rutacea del Messico, con foglie composte da 5 foglioline aromatiche. Seme tossico dall’effetto ipnotico.

Arbutus canariensis dalla bella corteccia color cannella.

Macadamia tetraphylla fam. Proteaceae, endemica dell’Australia orientale. Sempreverde, resistente alla siccità. La noce è ricca di grassi monoinsaturi, di vitamine e minerali.

Bambuseto e Giardino Magico

Nel bambuseto, formato da diverse specie e cultivar, si incontrano gli effetti speciali, con nebbie che rievocano l’antica leggenda di una strega che coltivava erbe in un anfratto dell’isola.

Suo è il giardino magico accanto, con erbe tutte velenose. Tra queste:

Solanum quitoense Lulo. Cespuglio erbaceo spinoso con grandi foglie. Produce il lulo, un frutto ipervitaminico vicino a patata, melanzana e pomodoro. Gravemente tossica per i gatti.

Aconitum lycoctonum vulparia velenosa.

Stachys lanata – Stregona candida. Crea morbidi tappeti. Non è tossica.

Lysimachia vulgaris – Mazza d’oro. Produce pannocchie di fiori gialli. Non è provata la tossicità.

Serra

Pendono lunghi ciuffi di Tillandsia usneoides, epifita tropicale, e i bancali straripano di felci, orchidee, bromeliacee, le nostre piante d’appartamento:

Asplenium nidus avis

Neoregelia spectabilis

Tacca chantrieri dall’inquietante fiore quasi nero a forma di pipistrello con lunghi baffi, dalle foreste tropicali del sud est asiatico. Dioscoreaceae.

Aechmea sp. dalle foglie purpuree. Bromeliaceae.

Felci e Muschi

All’ombra di grandi alberi svettano numerose felci arboree:

Cyathea australis australiana e Dicksonia fibrosa e D. squarrosa della Nuova Zelanda. Il sottobosco è coperto di Liriope e Aspidistra.

Le vaschette delle piante acquatiche trovano posto in una struttura coperta dal legno, che è anche una seduta.

Alla fine, alcune vedute del Giardino con un grande esemplare di Melia azedarak, il Prato delle palme (Phoenix, Butia, Sabal, Brahea), il giardino roccioso con piante insettivore (Sarracenia), una maestosa Broussonetia x kazinoki, la cui corteccia è usata per la produzione della carta, mentre le radici sono impiegate in cosmetica e medicina naturale. Ancora Yucca in fiore, Colletia spinosa anch’essa in fiore, Opuntia englemannii var. linguiformis, Salvia leucantha, Roldana petasitis.

In un’area impaludata sulla punta sud dell’isola, un boschetto di Taxodium distichum o cipressi calvi con i caratteristici pneumatofori appare nella magnifica colorazione autunnale.

 

 

Programma delle conferenze e delle riunioni: prima parte 2025

Associazione Ecologica Romana (A.E.R.) e Scienza Verde presentano le attività per la prima parte del 2025.

L’inizio delle attività dell’associazione è alle ore 15,30 con le comunicazioni ai soci delle eventuali novità decise dal consiglio direttivo. Le conferenze iniziano come sempre alle ore 16 e terminano alle ore 17,30.

Le iscrizioni alla associazione per il 2025 si potranno effettuare in occasione delle conferenze a partire dal 16 gennaio. Quota: soci euro 30. Quota familiari: euro 10.

16 gennaio C.V Dott. Stefano Marzullo, “Lezione di giardinaggio sulle piante
ornamentali”
23 gennaio. C.V Prof. Franco Bruno, “La fotosintesi, origine e variazioni in rapporto
all’ambiente”
30 gennaio. C.V Dott. Piero Bottali, presentazione del libro “La zampogna di Pòrsenna e
la chitarra di Gilgamesh: l’evoluzione storica e tecnica di due strumenti musicali”
6 febbraio. C.V. Ing. Federico Boccalaro” Posidonia oceanica e Ingegneria naturalistica marina”.
13 febbraio. C.V. Dott. Andrea Bonito, “Le piante tossiche”. Alla scoperta dei veleni nel mondo vegetale.
20 febbraio. C.V.Dott. Francesco Marino e dott. Andrea Luonghi. ” Orto dei semplici elbano”.
27 febbraio. C.V. Dott. Christian Shejbal.” Bulbomania: le stagioni dei bulbi”.
6 marzo. A. Dott. Andrea Lezzi,” Spunti pratici e di studio da alcuni giardini polacchi”.
13 marzo. A. Dott. ssa Ornella Chiarenza ” Giardini di Parigi: Una breve storia”.
20 marzo. A. Dott. Stefano Giovanardi, presentazione del libro ” Passeggiate astronomiche: Il pianeta come specchio dell’ umanità”.
27 marzo. A. Dott. Dario Sterzi. ” I biostimolanti vegetali”
3 aprile. A. Dott. Nicola Giammaria ” Piante e cosmetici”.
10 aprile. A. Dott. Luca Valenziano. ” Ricerca della vita al di fuori del sistema solare”.
17 aprile. A. Dott. Ugo Corrieri.”Serva me, servabo te”.Salviamo gli alberi, che salveranno noi: Il valore degli alberi per benessere, salute e qualità della vita
8 maggio. A. Prof. Franco Tassi. ” Alberi e boschi sacri”.
15 maggio. A. Dott.ssa Antonella Barbagallo. ” Alla scoperta delle antiche rose tintorie tra botanica, chimica del colore e archeologia” introduzione di Antimo Palumbo.
22 maggio A. Dott. Andrea Lancia ” Il polline e la sua importanza in natura e per l’ uomo: dall’ anemogamia all’ allergia”.
29 maggio. A. Dott. Alessandra Celant. Argomenti di archeobotanica.

Lettera del Direttore di fine anno (2024)

Cari Soci,
Siamo alla fine di un anno particolarmente intenso, abbiamo organizzato quasi 30
conferenze o incontri per non parlare poi delle attività esterne con gite di uno o più
giorni, mai così tante. Grazie alla collaborazione di molti soci particolarmente attivi
non abbiamo problemi ad organizzare le nostre attività. Le proposte per le
conferenze e per le gite sono innumerevoli , ci scusiamo quindi se alcune non
vengono concretizzate. A tale proposito la nostra Associazione si è dotata di un
numero di componenti del Consiglio Direttivo più ampio, siamo passati da 5 soci ad 8. In occasione dei prossimi incontri definiremo in modo completo le cariche e i compiti. Tutto questo permetterà di migliorare e diversificare le nostre attività. Di seguito trovate il programma delle conferenze di gennaio 2025, gli altri mesi sono in via di definizione. Iniziamo il 16 Gennaio (2025).
Auguri a Tutti e Buone Feste,
Il Consiglio Direttivo

Programma delle conferenze e degli incontri 1 parte anno 2025
16/01 C.V Dott. Stefano Marzullo “Lezione di giardinaggio sulle piante
ornamentali”
23/01 C.V Prof. Franco Bruno “ LA FOTOSINTESI, origine e variazioni in rapporto
all’ambiente”
30/01 C.V Dott. Piero Bottari presentazione del libro : “La zampogna di Pòrsenna e
la chitarra di Gilgamesh”l ‘evoluzione storica e tecnica di due strumenti musicali

Corso stanziale di erboristeria (Molise, maggio 2025)

CORSO STANZIALE DI ERBORISTERIA

PRESSO IL CONVENTO DI SAN VINCENZO AL VOLTURNO IN MOLISE

Una tre giorni interamente dedicata al riconoscimento e lavorazione delle erbe selvatiche. Un’occasione per rilassarsi in un posto magico, imparando o ripassando le nostre conoscenze in materia.

PROGRAMMA DI MASSIMA

Domenica 25 maggio 2025

Partenza con auto proprie dividendo posti e costi

Ore 10: appuntamento all’uscita del casello A1 di San Vittore.

Ore 11.30 sistemazione in b/b e in convento e presentazione delle attività

Ore 13 pranzo

Ore 15 passeggiata botanica ed erborizzazione guidati da Emilia Pomi

Ore 18 rientro in sede, riconoscimento e catalogazione delle erbe. Nozioni di estrazione dei principi attivi, di utilizzo, dosi e proprietà delle erbe raccolte

Ore 20 cena

Lunedì 26 maggio 2025

Ore 8.30 colazione

Ore 9.00 passeggiata alle sorgenti del Volturno alla scoperta e catalogazione della flora ripariale guidati da Emilia Pomi

Ore 13 pranzo

Ore 15 Nozioni di farmacognosia a cura della prof.ssa M. Assunta Rossi Brunori: “L’Apparato digerente; La Pelle; Il Sistema Nervoso: utilizzo delle erbe dedicate”.

Ore 19 visita guidata agli scavi archeologici

Ore 20 cena

Martedì 27 maggio 2025

Ore 8.30 colazione

Ore 9.30 “La Chimica e le erbe. Distillazione in corrente di vapore della lavanda, utilizzo cosmetico dei distillati e preparazione di un sapone tradizionale”. Lezione a cura del prof. Nicola Giammaria

Ore 13 pranzo

Nel pomeriggio visita facoltativa al Museo Nazionale del Paleolitico a Isernia.

Ritorno libero a Roma

La quota (da definire) comprende sistemazione in albergo con trattamento di pensione completa (due colazioni, due cene, tre pranzi), le passeggiate guidate, i corsi, il materiale didattico.

Il corso si terrà con un minimo di 25 partecipanti. E’ obbligatoria la prenotazione con versamento contestuale di caparra  di 30 euro, rimborsabile in caso di annullamento della gita, da effettuarsi entro il 15 dicembre 2024.

 

Viaggio a Firenze e Parma “Alla scoperta delle Iris” (maggio 2025)

ALLA SCOPERTA DELLE IRIS… e altro

Parma e le sue meraviglie

Firenze e il giardino dell’iris  

 

VENERDI’ 9 MAGGIO 2025

Ore 7.00 appuntamento al capolinea tram 8 Casaletto,  partenza da Roma in pullman

Ore  12.00  arrivo a Piazzale Michelangelo (FI) e visita al Giardino delle IRIS.

Pranzo libero

Ore 14.30 Partenza per Parma.

Ore 16.00 Arrivo a Parma e check-in in hotel

ore 17.00 Incontro con la guida in hotel

City tour di Parma

Passeggiata per i borghi medioevali della città e visita ai monumenti più importanti.

ore 19.30 rientro in hotel

ore 20.30 Cena presso il ristorante Battibecco

SABATO 10 MAGGIO 2025

Ore 8.00 colazione

ore 9.30 Incontro con la guida presso l’hotel

Visita della Reggia di Colorno e dei suoi Giardini all’inglese

ore 12.30 Pranzo in una trattoria tipica

Ore 15.00 partenza per Lesignano de’Bagni e visita al Giardino degli Iris  Bolchi-Mantovani

Ore 19.30 ritorno in albergo e cena

 

DOMENICA 11 MAGGIO 2025

ore 09.00 Incontro con la guida presso l’ hotel

Visita di un caseificio di produzione di Parmigiano Reggiano con degustazione

Visita di un salumificio di produzione di Prosciutto di Parma con degustazione

Ore 12.00 partenza per Salsomaggiore e pranzo nel ristorante dell’Orto botanico Gavinelli. A seguire visita al giardino botanico

Ore 19.00 Partenza per Roma

Il programma comprende trasferimento in pullman, 2 notti in albergo con prima colazione; due cene in ristorante; due pranzi in trattorie tipiche, visite guidate, degustazioni e biglietti di ingresso.

Il costo in camera doppia è di euro 570. Il viaggio si effettuerà al raggiungimento di 25 partecipanti e per un massimo di 32 soci e accompagnatori. Prenotazione obbligatoria entro il 12 dicembre con contestuale versamento della caparra di 100 euro, restituibile in caso non si raggiungesse il numero minimo di partecipanti. Euro 235 entro il 27 febbraio 2025 e euro 235 entro il 27 marzo. Il supplemento singola è di euro 55 a notte.

Programma delle conferenze e delle riunioni: seconda parte 2024

Associazione Ecologica Romana (A.E.R.) e Scienza Verde presentano le attività per la prima parte del 2024.

L’inizio delle attività dell’associazione è alle ore 15,30 con le comunicazioni ai soci delle eventuali novità decise dal consiglio direttivo. Le conferenze iniziano come sempre alle ore 16 e terminano alle ore 17,30.

Le iscrizioni alla associazione per il 2024 si potranno effettuare in occasione delle conferenze a partire dal 18 gennaio. Quota: soci euro 30. Quota familiari: euro 10.

3 ottobre. Aranciera. Ore 15,30: illustrazione del programma della seconda parte del 2024. Ore 16: Dott.ssa Elisabetta Sciò, presentazione del libro Giardino e dintorni. Appunti di
giardinaggio e non solo…nel ricordo dei soci fondatori Aer.
10 ottobre. Aranciera. Dott. Luigi Plos, “Meraviglie a due passi da Roma”.
17 ottobre. Centro Visite. Dott.ssa Miriam Lorenzani, “Rimedi naturali per gestire lo stress”.
24 ottobre. Aranciera. Dott. Giorgio Franchetti, presentazione del libro A tavola con
gli Antichi Romani
“. Seguiranno assaggi a fine presentazione, bagnati da
mulsum, il vino speziato al miele.
31 ottobre. Incontro esterno. Appuntamento h 15,20 vicino fontana dei tritoni. Dott.ssa Flavia Calò, passeggiata botanica con argomento “gli adattamenti delle piante”.
7 novembre. Centro Visite. Dott. Marco Stefanelli, “Lezione pratica di giardinaggio”.
14 novembre. Aranciera. Arch. Cristiano Casafina, “Protezione delle dune naturali
costiere”.
21 novembre. Centro visite. Dott.ssa Daniela Schifano, “Non solo pietre: gli aspetti tecnici, spirituali ed intellettuali che definiscono un Suiseki”
28 novembre. Centro Visite. ore 15,00 Assemblea dei soci.
5 dicembre. Centro visite h 14,45. Dott.ssa Elvira Imbellone, “Le isole di Brissago. Un paradiso
botanico del Lago Maggiore”.
12 dicembre. Centro visite h 14,45 .Antimo Palumbo, “Le magnolie di Roma“.

Foto vincitrici del concorso fotografico 2024

Ecco la classifica delle foto vincitrici del concorso fotografico della nostra associazione. Il tema dell’edizione 2024 è stato “La fauna incontra la flora”.

1° posto: Silvia Marmaggi, “Grillo senza collarino no canterino”Grillo

2° posto: Paolo Presutti, “In mancanza di rose mi accontento”

In mancanze di rose

3° posto: Andrea Lezzi, “Occhio, che ti sono alle spalle”

4° posto: Rita Rapanotti, “Il profumo dell’erbetta fresca mi fa risvegliare l’appetito”Tartaruga

“Bormio, Elba, legati da un filo viola” di Andrea Lezzi

Il filo viola che lega l’Orto Botanico di Bormio con l’isola d’Elba e che ha dato spunto alla
conferenza è il colore che contraddistingue la lavanda presente in entrambe le località
presentate, anche se con piante diverse tra loro.

A Bormio, paese dell’alta Valtellina, è situato il Giardino Botanico Alpino “Rezia”.

Tra le specie presenti ricordiamo Allium angulosum, Cirsium eriophorum o cardo scardaccio,
Achillea clypeolata.


Una delle collezioni più importanti del giardino è quella delle stelle alpine con esemplari
provenienti dalle montagne di ogni parte del mondo.


La stella alpina delle Alpi è Leontopodium alpinum.
Leontopodium alpinum

Presenti anche la Rosa villosa (qui uno dei cinorrodi già in fase di sviluppo), il Dianthus
plumarius, la Pulsatilla alpina che sta maturando i semi, la Gentiana burseri ed infine la
Lavandula angustifolia che fornisce il legame delle due località esaminate. Quest’ultima si può
trovare sulle nostre Alpi fino a quote intorno ai 1800 metri slm; ama suoli calcarei, fiorisce tra
fine giugno ed i primi di luglio e, di tutte le lavande, è quella che riesce a sopravvivere in luoghi
esposti a forti nevicate invernali.

Rosa villosa Dianthus plumarius Pulsatilla alpinaGentiana burseriLavandula angustifolia

Sull’Isola d’Elba è invece presente la Lavandula stoechas che ama viceversa suoli acidi; qui infatti
predomina terreno ferroso, è caratterizzata da brattee che servono ad attirare insetti impollinatori e fiorisce tra fine aprile ed i primi di maggio.

Lavandula stoechas

Qui una probabile mutazione con particolarissimi fiori e brattee bianchi.Lavandula stoechas
All’Elba troviamo in primavera fiori autoctoni dell’isola come Centaurea dissecta var. ilvensis,
Viola corsica subsp. ilvensis

Centaurea dissecta var. ilvensis Fiordaliso del Capanne AsteraceeViola corsica subsp. ilvensis Violacee

Sono presenti anche orchidee quali Ophris apifera, Serapias cordigera.Ophrys apiferaSerapias cordigera

In prossimità del mare troviamo Matthiola tricuspidata.
Matthiola tricuspidata Brassicacee

Elvira Imbellone, “Velletri e Giardini della Landriana”, gita 21/03/2024

Ecco il resoconto, curato dalla dott.ssa Elvira Imbellone (Delegata per il Lazio della Società Italiana della Camelia), della gita organizzata dall’AER insieme alla Società italiana della Camelia a Velletri e ai Giardini della Landriana (21 marzo 2024).

  • La Società Italiana della Camelia nasce nel 1965 sulle sponde del Lago Maggiore ad opera di un gruppo di appassionati collezionisti e vivaisti, allo scopo di diffondere questo fiore. Fine principale era recuperare i nomi delle vecchie cultivar diffuse nei giardini del Lago Maggiore che erano andati perduti nel ‘900, quando al periodo di gran moda dell’800 era seguito un abbandono. Altro scopo era favorire gli incontri tra appassionati e le mostre.

 

  • Arrivata in Italia nel 1782 alla Reggia di Caserta la camelia aveva attraversato la penisola raggiungendo le regioni dove c’erano le condizioni ambientali e culturali più favorevoli alla sua diffusione. Toscana (Firenze e Lucchesia), Liguria, Lombardia (Milano e i laghi oltre che Brescia). Andando a sud la zona di Caserta, la penisola Sorrentina, Salerno e le pendici dell’Etna. Dove c’è terreno vulcanico.

 

  • La massima diffusione della camelia, pianta con fioritura invernale, è nell’800 e accompagna il nostro Risorgimento. Sempreverde, con belle foglie lucenti, e con i petali bianchi e rossi è un fiore risorgimentale: ‘Garibaldi’, ‘Vittorio Emanuele II’, ‘Principessa Clotilde’ (figlia di Vittorio Emanuele), ‘Emilio Bandiera’, ‘Conte Cavour’, ‘Contessa di Belgioioso’, ‘Pio IX’, alcuni nomi. Il fiore era portato, con precisi significati, soprattutto dagli uomini (a parte La Signora delle camelie).

 

  • Anche Roma nell’800 è stato centro importante per la diffusione di questo fiore ad opera di nobili collezionisti e vivaisti ibridatori. Uno fra tutti Tommaso Del Grande, autore di ‘Bella Romana’, ‘Roma Risorta’ e ‘Ninfa del Tebro’. Nel 1855 si tenne a Roma la prima mostra delle camelie nel cortile del Palazzo Doria Pamphilj a via del Corso. Camelie erano state messe da Jappelli a Villa Torlonia (e sappiamo che fine hanno fatto!), una collezione fu inventariata nel 1856 a Villa Pamphjli tra cui alcune ad essa dedicate (‘Principe Doria’, ‘Trionfo di Villa Pamphilj’, ‘Pamphiliana Rosea’)

 

  • Venendo ad oggi, anche se trascurata, rimane la lunga siepe di camelie di villa Aldobrandini, un vero esempio di resilienza e qualche camelia qua e là (a piazza Cairoli). Recentemente come Società Italiana della Camelia abbiamo sistemato l’aiuola all’ingresso del Cimitero acattolico della Piramide con camelie japonica e sasanqua, in modo da avere una fioritura dall’autunno alla primavera inoltrata.

 

  • Le novità nelle camelie sono nei colori, da che è stata scoperta la camelia gialla, di ambiente più tropicale e da noi di difficile coltivazione, nel profumo con gli ibridi di lutchuensis, e nelle camelie a fioritura estiva tolleranti del sole, gli ibridi di C. azalea.

 

  • L’Italia è leader in Europa per la produzione di camelie. Gli ibridi cinesi di azalea sono distribuiti da un vivaio di S. Benedetto del Tronto, Ciarrocchi (nel Lazio da Tara di Bolsena). Sono stati prodotti anche ibridi italiani ottenuti dall’Università di Firenze e distribuiti da Massimiliano Giusti di Pescia (Montecarlo). Su questo ultimo gruppo di piante sono descrizioni dettagliate nel Notiziario SIC 2022.

 

  • Il territorio di Velletri è particolarmente vocato alla camelia per un insieme di condizioni ambientali. Qui la pianta ha un uso molto popolare nei giardini di campagna, dove è anche utilizzata nelle siepi e nelle divisioni dei campi. Ogni casa ha almeno una camelia, spesso legata a ricorrenze familiari. La copertina del Notiziario SIC 2022 riporta un’immagine di camelie nella campagna veliterna. Nel convegno della settimana scorsa per la Festa delle camelie è stato detto che si usa portare una camelia al cimitero ai propri cari, perché è come portare un pezzo di casa.

 

  • Dopo la visita al Vivaio del Generale continueremo ad ammirare camelie ai Giardini della Landriana, progettati da Russel Page, dove visiteremo la collezione della marchesa Lavinia Taverna, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. La collezione di camelie della Marchesa Lavinia Taverna è disposta in un percorso suggestivo che rievoca l’ambiente naturale dei boschi.

 

  • La gita si è conclusa con una sosta sul litorale di Torvajanica, dove l’arch. Cristiano Casafina ha illustrato il lavoro di restauro delle dune che sta seguendo da tempo.

     

Foto gita Velletri camelie

Giardini della Landriana

Giardini della Landriana

 Giardino Landriana

Visita alle dune di Torvajanica

             

                             

Rita Mascolo, “L’olivo”

A questo link è possibile scaricare la presentazione dell’intervento tenuto dalla dott.ssa Mascolo l’11 aprile 2024.