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Elvira Imbellone, “Velletri e Giardini della Landriana”, gita 21/03/2024
Ecco il resoconto, curato dalla dott.ssa Elvira Imbellone (Delegata per il Lazio della Società Italiana della Camelia), della gita organizzata dall’AER insieme alla Società italiana della Camelia a Velletri e ai Giardini della Landriana (21 marzo 2024).
- La Società Italiana della Camelia nasce nel 1965 sulle sponde del Lago Maggiore ad opera di un gruppo di appassionati collezionisti e vivaisti, allo scopo di diffondere questo fiore. Fine principale era recuperare i nomi delle vecchie cultivar diffuse nei giardini del Lago Maggiore che erano andati perduti nel ‘900, quando al periodo di gran moda dell’800 era seguito un abbandono. Altro scopo era favorire gli incontri tra appassionati e le mostre.
- Arrivata in Italia nel 1782 alla Reggia di Caserta la camelia aveva attraversato la penisola raggiungendo le regioni dove c’erano le condizioni ambientali e culturali più favorevoli alla sua diffusione. Toscana (Firenze e Lucchesia), Liguria, Lombardia (Milano e i laghi oltre che Brescia). Andando a sud la zona di Caserta, la penisola Sorrentina, Salerno e le pendici dell’Etna. Dove c’è terreno vulcanico.
- La massima diffusione della camelia, pianta con fioritura invernale, è nell’800 e accompagna il nostro Risorgimento. Sempreverde, con belle foglie lucenti, e con i petali bianchi e rossi è un fiore risorgimentale: ‘Garibaldi’, ‘Vittorio Emanuele II’, ‘Principessa Clotilde’ (figlia di Vittorio Emanuele), ‘Emilio Bandiera’, ‘Conte Cavour’, ‘Contessa di Belgioioso’, ‘Pio IX’, alcuni nomi. Il fiore era portato, con precisi significati, soprattutto dagli uomini (a parte La Signora delle camelie).
- Anche Roma nell’800 è stato centro importante per la diffusione di questo fiore ad opera di nobili collezionisti e vivaisti ibridatori. Uno fra tutti Tommaso Del Grande, autore di ‘Bella Romana’, ‘Roma Risorta’ e ‘Ninfa del Tebro’. Nel 1855 si tenne a Roma la prima mostra delle camelie nel cortile del Palazzo Doria Pamphilj a via del Corso. Camelie erano state messe da Jappelli a Villa Torlonia (e sappiamo che fine hanno fatto!), una collezione fu inventariata nel 1856 a Villa Pamphjli tra cui alcune ad essa dedicate (‘Principe Doria’, ‘Trionfo di Villa Pamphilj’, ‘Pamphiliana Rosea’)
- Venendo ad oggi, anche se trascurata, rimane la lunga siepe di camelie di villa Aldobrandini, un vero esempio di resilienza e qualche camelia qua e là (a piazza Cairoli). Recentemente come Società Italiana della Camelia abbiamo sistemato l’aiuola all’ingresso del Cimitero acattolico della Piramide con camelie japonica e sasanqua, in modo da avere una fioritura dall’autunno alla primavera inoltrata.
- Le novità nelle camelie sono nei colori, da che è stata scoperta la camelia gialla, di ambiente più tropicale e da noi di difficile coltivazione, nel profumo con gli ibridi di lutchuensis, e nelle camelie a fioritura estiva tolleranti del sole, gli ibridi di C. azalea.
- L’Italia è leader in Europa per la produzione di camelie. Gli ibridi cinesi di azalea sono distribuiti da un vivaio di S. Benedetto del Tronto, Ciarrocchi (nel Lazio da Tara di Bolsena). Sono stati prodotti anche ibridi italiani ottenuti dall’Università di Firenze e distribuiti da Massimiliano Giusti di Pescia (Montecarlo). Su questo ultimo gruppo di piante sono descrizioni dettagliate nel Notiziario SIC 2022.
- Il territorio di Velletri è particolarmente vocato alla camelia per un insieme di condizioni ambientali. Qui la pianta ha un uso molto popolare nei giardini di campagna, dove è anche utilizzata nelle siepi e nelle divisioni dei campi. Ogni casa ha almeno una camelia, spesso legata a ricorrenze familiari. La copertina del Notiziario SIC 2022 riporta un’immagine di camelie nella campagna veliterna. Nel convegno della settimana scorsa per la Festa delle camelie è stato detto che si usa portare una camelia al cimitero ai propri cari, perché è come portare un pezzo di casa.
- Dopo la visita al Vivaio del Generale continueremo ad ammirare camelie ai Giardini della Landriana, progettati da Russel Page, dove visiteremo la collezione della marchesa Lavinia Taverna, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. La collezione di camelie della Marchesa Lavinia Taverna è disposta in un percorso suggestivo che rievoca l’ambiente naturale dei boschi.
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La gita si è conclusa con una sosta sul litorale di Torvajanica, dove l’arch. Cristiano Casafina ha illustrato il lavoro di restauro delle dune che sta seguendo da tempo.
“La Strada delle Camelie della Galizia” di Andrea Lezzi
Prima di addentrarci lungo la Strada delle Camelie della Galizia qualche breve cenno sulle caratteristiche, sulle specie e sulla coltivazione della Camelia.
Il Genere Camellia appartiene alla famiglia delle Theaceae ed è originario delle zone tropicali dell’est asiatico.
Il nome fu dedicato da Linneo al botanico e missionario gesuita ceco Georg Joseph Kamel, vissuto nella seconda metà del seicento, per i suoi studi sulla flora delle Filippine che firmava col nome latinizzato di Camellus.
Le prime piante arrivarono dalla Cina in Inghilterra nel 1735 mentre in Italia la prima Camelia giunse nel 1782 e fu piantata nel giardino della Reggia di Caserta da Maria-Carolina di Asburgo Lorena.
Le caratteristiche: Il portamento può essere arbustivo o ad alberello, le piante sono sempreverdi, alte fino a 15/20 metri e si adattano molto bene a climi umidi e temperati. Le temperature invernali non devono scendere troppo sotto lo zero e quelle estive non devono superare i 32° ma con un’elevata umidità ambientale e del terreno. L’apparato radicale è raccolto e addensato. Le foglie sono semplici, alterne, generalmente di colore verde scuro, lucide, coriacee, con margini lisci o crenati mentre i fiori sono semplici, semidoppi o ad anemone, a peonia, doppi o “doppi classici”
Le principali caratteristiche per identificare i fiori attraverso la loro forma
Fiori semplici: un solo rango di petali (non più di 8) disposti regolarmente o irregolarmente; stami prominenti
Fiori semidoppi: due o più ranghi di petali disposti regolarmente o irregolarmente; stami prominenti
Fiori ad anemone: uno più ranghi di ampi petali appiattiti od ondulati; al centro è presente un folto, prominente ciuffo di stami e petaloidi frammisti
Fiori a peonia: rotondeggianti, con fitti petali non regolari, frammisti al centro con petaloidi e talvolta pochi stami
Fiori doppi: a bocciolo di rosa, con petali parzialmente sovrapposti l’uno all’altro a completa apertura
Fiori doppi classici: tradizionali, con più ranghi di petali perfettamente imbricati (cioè che si coprono parzialmente a vicenda), senza stami apparenti.
Il colore dei fiori varia dal bianco al rosa, al rosso fino al fucsia; alcuni fiori possono essere screziati; sono generalmente privi di profumo, più raramente molto profumati; la fioritura avviene dall’autunno fino alla primavera inoltrata a seconda delle varietà.
La coltivazione: Gradiscono terreno acido, ricco di humus, fresco e ben drenato; non deve essere in ogni caso calcareo; l’esposizione ideale è a mezz’ombra, cioè con sole filtrato da piante ad alto fusto e mai in zone molto ventilate od in pieno sole. L’acqua piovana è ideale per le irrigazioni; se l’acqua è calcarea il terreno inizialmente acido subirà un lento ma progressivo degradamento per accumulo di sali di calcio. La potatura deve essere effettuata in maniera non drastica a causa del lento accrescimento della pianta e si concentrerà in tagli solo per correggere o migliorarne l’aspetto. La sbocciolatura viene effettuata in caso di sovrabbondanza di fiori o di boccioli addossati l’uno all’altro. La moltiplicazione avviene per semina, talea (quello maggiormente consigliabile), margotta od innesto.
I nemici della camelia: L’oziorrinco, coleottero nero lungo circa 1 cm che si nutre delle foglie deturpandole lungo i margini; gli afidi neri che infestano i giovani germogli alla fine della fioritura; le cocciniglie, sia sotto la forma di scudetti giallastri sia di ciuffetti cotonosi; la clorosi che provoca l’ingiallimento delle foglie e che è dovuta all’alcalinità del terreno o all’esistenza di ristagni di umidità; le gelate o la neve rimasta sulle foglie possono provocare bruciature sulle stesse.
Le specie principali:
Camellia sinensis, dalle cui giovani foglie in Asia si ricava il tè; può crescere fino a 2 metri ma in genere viene coltivata ad arbusto per facilitare la raccolta; i fiori sono piccoli, bianchi, con stami giallo-oro; una foglia fresca contiene circa il 4% di caffeina;
Camellia japonica, originaria del Giappone, forse la più coltivata nei giardini come pianta ornamentale; la sua fioritura inizia nelle varietà precoci alla fine dell’autunno per protrarsi in altre fino a primavera ed è caratterizzata da corolle a fiori doppi od a forma di rosa appiattita; la Camellia japonica è coltivata in Italia nella zona dei laghi prealpini Verbano (Villa Taranto) e Lario, nonché in Lucchesia e nella zona dei vulcani laziali (Velletri) e campani;
Camellia sasanqua, caratterizzata da portamento espanso o eretto e molto ramificato con foglie piccole; fiorisce da fine estate a fine autunno con grande abbondanza di fiori, prospera anche in posizioni molto luminose; qualche varietà è profumata mentre altre protraggono la fioritura fino a marzo;
Camellia reticulata, arbusto semirustico con foglie ovali e grossi fiori singoli primaverili.
Così come per le zone elencate in Italia così la Galizia, per il suo terreno e per il suo particolare clima mitigato dall’Atlantico, è molto favorevole alla coltivazione delle camelie. E proprio nella sua parte Ovest è presente la “Strada delle Camelie della Galizia”, un percorso che lega 12 tra giardini privati e pubblici nei quali sono presenti collezioni ed alberi secolari di questa splendida pianta.
Tra i giardini pubblici ricordiamo il parco di Alameda a Santiago di Compostela ed il giardino di Vigo.
Tra quelli privati i più importanti sono il “Pazo de Oca” pochi chilometri a Sud di Santiago de Compostela ed il “Castello di Soutomaior” posto sulle colline tra Pontevedra e Vigo.
Altri giardini privati sono il “Pazo di Rubians” e la “Casa Museo Rosalia da Castro”